Il terremoto che sta colpendo l’Emilia porta ripercussioni in tutta Italia e principalmente al Sud dove alcuni esperti come Ortolani e Martelli hanno preannunciato che nella zona compresa fra la Sicilia e Calabria potrebbero avvenire dei fenomeni che metterebbero a forte rischio il meridione d’Italia. Sul web le voci si rincorrono, la gente ha paura del terremoto, il possibile ritorno all’attività del vulcano Marsili potrebbe portare ad un rischio maremoto ma bisogna stare attenti quando si parla di allarme o di stato di allerta, le scosse sismiche potrebbero avvenire in Sicilia ed in Calabria, del resto le due regioni sono a rischio da sempre, ma questo non deve per forza di cose mettere una sorta di ansia e paura tra le popolazioni per il rischio terremoto.
Alcuni giorni fa abbiamo ricordato il sisma che ha interessato il Belice, zona compresa fra le province di Palermo, Agrigento e Trapani e quello del 1908 che colpì il messinese e parte della Calabria. Gli esperti avranno le loro teorie che senz’altro servono per conoscere meglio le insidie che potrebbero presentare le nostre terre ma dinanzi all’ansia per il terremoto è normale che la gente ne parla tanto in questi giorni. Anche sui Social Network le scosse di terremoto che stanno colpendo l’Emilia si ripercuotono sul sud, zona che secondo gli esperti potrebbe essere interessata da fenomeni che alcuni ritengono addirittura distruttivi e catastrofici. Entro un paio d’anni un sisma distruttivo potrebbe colpire la Sicilia e la Calabria ma forse l’intervento degli esperti, Ortolani prima e Martelli poi, è rivolto verso le istituzioni per cercare di provvedere fin da subito alla sistemazione di quelle zone che sono maggiormente a rischio che presentano edifici e strutture molto fatiscenti.
Alcuni cenni storici sul terremoto che colpì Reggio Calabria nel 1908: A Reggio andarono distrutti diversi edifici pubblici. Caserme ed ospedali subirono gravi danni, 600 le vittime del 22º fanteria dislocate nella caserma Mezzacapo, all’Ospedale civile, su 230 malati ricoverati se ne salvarono solo 29. A Palmi crollarono numerose case, andò distrutta la chiesa di San Rocco, il Duomo e diversi edifici pubblici. A Tiriolo nei pressi di Catanzaro si ebbero molti danni ma fortunatamente pochi gli scomparsi data la modesta dimensione delle abitazioni. Ai danni provocati dalle scosse sismiche ed a quello degli incendi si aggiunsero quelli cagionati dal maremoto, di impressionante violenza, che si riversò sulle zone costiere di tutto lo Stretto di Messina con ondate devastanti stimate, a seconda delle località della costa orientale della Sicilia, da 6 m a 12 m di altezza (13 metri a Pellaro, frazione di Reggio).
Lo tsunami in questo caso provocò molte vittime, fra i sopravvissuti che si erano ammassati sulla riva del mare, alla ricerca di un’ingannevole protezione. Improvvisamente le acque si ritirarono e dopo pochi minuti almeno tre grandi ondate aggiunsero al già tragico bilancio altra distruzione e morte. Onde gigantesche raggiunsero il litorale spazzando e schiantando quanto esistente. Nel suo ritirarsi la marea risucchiò barche, cadaveri e feriti. Molte persone, uscite incolumi da crolli ed incendi, trascinate al largo affogarono miseramente. Continua a leggere su Wikipedia.org per approfondire le notizie storiche relative al terremoto che ha colpito la Calabria e la Sicilia.