Le costruzioni contemporanee spesso non reggono il peso del tempo: i monumenti di epoca romana, invece, sono ancora lì, apparentemente indistruttibili. Ma qual è il loro segreto per non deteriorarsi nel corso degli anni? Finalmente una ricerca, pubblicata sulla rivista American Mineralogist e portata avanti dall'università dello Utah, l'ha svelato. Se precedenti studi avevano reso merito al mix di cenere vulcanica, malta, tufo e acqua con cui venivano realizzate le opere, ora l'ingrediente vincente sarebbe da ricercarsi, secondo i ricercatori, nell'acqua di mare, capace di dar vita a cristalli con nuove forme e "davvero rari".
Molte delle costruzioni di oggi sembrano deteriorarsi a mano a mano che si avanza con gli anni. lI cemento di Portland, utilizzato per costruire dighe e impianti, ad esempio, si sbriciola nel giro di decenni ed è realizzato in forni a temperature elevate che emettono CO2. Quello dei romani, invece, combinazione di cenere, acqua, calce vive (la reazione pozzolanica) dura da oltre 2mila anni. "A differenza del cemento di Portland, in quello romano non si verificano crepe", spiega Jackson.