Tre anni fa una sentenza della Corte Costituzionale. Poi i nuovi livelli essenziali di assistenza, salutati dal ministro della saluta Beatrice Lorenzin come una vera e propria rivoluzione in campo sanitario. Infine il buio più totale. La fecondazione eterologa in Italia rimane un miraggio. Costi elevati. Liste di attesa infinite. Pochissime strutture. Per capire basta armarsi di telefono e iniziare a chiamare gli ospedali che si trovano su internet. Basta digitare su Google “centri pubblici eterologa”. Lo shock è immediato. Delle decine di cliniche presenti che dichiarano di avere un centro apposito, meno della metà si sono messe in moto.
Non resta che il metodo “fai da te”. E già, perché se nel pubblico c'è totale assenza di donatori, su Facebook spopolano. E' Sofia (nome di fantasia) a spiegarci perché ha preferito affidarsi a queste persone: "La clinica spagnola mi ha fatto morire dallo stress e in Italia è quasi impossibile. I costi sono alti, le liste d'attesa lunghissime e abbiamo pochissimi donatori". Parlando con lei, si scopre che, per prassi, il donatore è solito ricevere una “offerta" per il seme. C'è un'altra ragazza che, contatta, ammette di averlo fatto e che adesso spera solo che l'esito vada a buon fine, perché “in Italia è impossibile avere un figlio se tuo marito è infertile”. Non tutto però è così semplice. In questa folla di gente che si offre, più della metà può rappresentare un serio pericolo, soprattutto se la voglia di avere un figlio ti spinge oltre i confini della razionalità.