Il tornado che si è abbattuto in Emilia ieri, venerdì 3 maggio, aveva una potenza paragonabile a quello avvenuto a Taranto il 28 novembre scorso, ossia con venti dai 180 ai 250 km/h (categoria F2).
Tuttavia la dinamica che ha generato questi due "mostri della natura" è stata differente: il tornado emiliano, al pari di quelli che si formano negli Stati Uniti, è nato in pianura da un temporale "supercella" ossia da una nube temporalesca con all'interno un "mini" ciclone rotante mentre quello di Taranto ha preso energia dal fronte freddo di un'intensa perturbazione, muovendo i primi passi sul mare antistante Taranto come tromba marina che successivamente è approdata sulla terraferma.