premio Oscar gira nella zona rossa di Amatrice e la scelta di filmare tra le macerie apre un dibattito tra i terremotati. C’è chi contesta, e c’è chi partecipa. Da un lato i rappresentanti dei comitati cittadini, dall’altro cittadini che hanno accettato di fare le comparse nel film. Le emozioni si incrociano, c’è chi denuncia gli evidenti ritardi nella ricostruzione, chi vede nell’arrivo di Paolo Sorrentino un’occasione per portare il paese che ha avuto 239 morti sotto gli occhi del mondo. Le scene, che dovrebbero essere girate tra il 5 e il 7 luglio, faranno parte di Loro, il nuovo film del regista con protagonista Toni Servillo nei panni di Silvio Berlusconi.
Lo conferma il produttore Nicola Giuliano, della Indigo Film. "La scelta di Amatrice è coerente con la narrazione del film. Non immaginavamo potesse ferire qualcuno, lo abbiamo capito quando abbiamo ricevuto la lettera di un cittadino che chiedeva lumi e Paolo gli risponderà". E conclude: "La ferita che ha subìto Amatrice verrà trattata con il massimo rispetto, non siamo lì per fare sciacallaggi o teatrini. È una ferita del Paese e un artista come Paolo la tratterà con il rispetto dovuto". A partire dai permessi, che sono stati chiesti e concessi dall’amministrazione comunale. "Ho autorizzato le riprese con gli attori solo all’interno della chiesa di San Francesco. Se verranno fatte altre riprese nella zona rossa senza la presenza di persone dovranno essere autorizzate con una liberatoria dai singoli proprietari degli edifici filmati", spiega il sindaco Sergio Pirozzi. La notizia dell’arrivo del premio Oscar è trapelata dopo che, qualche giorno fa, la Indigo Film ha effettuato dei sopralluoghi nel Reatino e ha fatto i provini a decine di amatriciani. In tanti hanno accettato di partecipare a quella che dovrebbe essere una grande scena di gruppo con una settantina di comparse dentro la basilica sventrata.
"È un luogo preciso, voluto perché quella chiesa rappresenta la nostra memoria. Un’opera d’arte sulla quale si è perpetrato uno sfregio non mettendola da subito in sicurezza e lasciandola crollare. Mi auguro che le scene di Sorrentino diventino una testimonianza di quello che resta oggi e, spero, di quello che tornerà a essere domani", così il primo cittadino. Ma non tutti sono d’accordo. "Ognuno ha la sua etica, la sua sensibilità — spiega Francesca Mileto, coordinatrice del comitato Terremoto Centro Italia — ma non si può pensare di girare un film su un territorio dove ogni pietra è una tragica storia. Se hanno bisogno di immagini delle macerie ce ne sono quante ne vogliono su internet. Oppure, perché non ricostruirle in studio? E poi: perché i selfie sulle macerie no e il film sulle macerie sì? Cosa c’entra il fatto che a girare sia un artista?". Come portavoce del comitato, ha incontrato il sindaco Pirozzi, che l’ha rassicurata sul film. "Mi ha detto che sarà un film che dà speranza e trasmette un messaggio positivo. Il girato sarà di circa due minuti e spero diventi una memoria storica. Non voglio criticare gli amatriciani che faranno le comparse, ma io non lo farei mai. Non sono mai più rientrata nella zona rossa e non credo che una diaria di 200 euro possa ripagare questa esperienza".
La produzione è convinta della bontà della scelta e cita alcuni precedenti illustri: "Quando Rossellini girò Germania Anno Zero sulle macerie di Berlino nessuno si è sognato di dire che faceva sciacallaggio — conclude Giuliano — Sappiamo che lì ci sono i dolori e le memorie di tante persone, ma aspettate a vedere come li rappresenteremo"