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“Adolf Hitler sono io”: la tesi di Herman Guntherberg, tedesco in Argentina

Secondo la versione storica accreditata, Adolf Hitler si suicidò insieme alla compagna Eva Braun nel suo bunker di Berlino il 30 aprile del 1945, ingerendo del cianuro e sparandosi un colpo alla testa dopo aver saputo dell’uccisione, da parte dei partigiani italiani, di Benito Mussolini e della sua compagna Claretta Petacci. 

Secondo le sue volontà, il corpo del fuhrer e di Eva Braun sarebbero stati bruciati e gettati in un cratere provocato da una bomba. Ma già Stalin non credeva alla morte di Hitler, tanto che ordinò che gli venissero portate delle prove, come ricorda il sito Pianeta Azzurro:

esse furono trovate – il cadavere dell’uomo che aveva terrorizzato per 13 anni la Germania e il mondo, era parzialmente carbonizzato, ma fu riconosciuto dalle arcate dentarie -, poi quelle stesse “prove” furono nascoste per sempre con la sepoltura dell’ex Führer e della Braun a Magdeburgo prima della riesumazione dei entrambi i corpi nel 1970, per essere infine completamente bruciati e gettati nel fiume Elba; perciò i dubbi sulla morte di Hitler rimangono, dovuti anche al fatto che i frammenti di cranio trovati vicino al bunker, non sono risultati dell’ex dittatore suicida, bensì di una donna, Rochus Misch, ex guardia del corpo del Führer e l’ultima a vederlo vivo.


A dubitare della morte di Hitler è anche l’Fbi, secondo cui il dittatore tedesco e la compagna fuggirono proprio in Argentina, accolti dal governo:

Nel 1945  un architetto locale, Alejandro Bustillo, disse di aver costruito in quel periodo ai piedi delle Ande – dove si trova anche la città di Salta, dove vive il 128enne Herman Guntherberg – un lussuoso buen retiro sicuro in stile bavarese appositamente per Eva Braun e Hitler. Affermò di essere stato testimone oculare dello stesso sbarco della coppia nel porto argentino e l’addetto navale statunitense nel Paese riferì di aver visto arrivare due sottomarini tedeschi, in uno dei quali era quasi sicuro si trovassero l’ex dittatore e la sua signora. I documenti in possesso dell’FBI sono stati pubblicati all’inizio dello scorso anno da un ex agente della CIA, Bob Baer, rivelando che Hitler e la moglie avrebbero cominciato la loro fuga a piedi attraverso una serie di cunicoli sotterranei che portavano dalla cancelleria tedesca all’aeroporto berlinese di Tempelhof, poi sarebbero volati a Tenerife, Canarie, e da lì, tempo dopo, sarebbero partiti per la Patagonia argentina. Alcuni stralci dei documenti che lo affermano, sono stati pubblicati dal quotidiano britannico The Mirror e quanto sostenuto da Baer è stato confermato alla Fiera del Libro di Torino nel 2015 dal giornalista argentino Abel Basti, che ha presentato il suo libro “Sulle tracce di Hitler” (Eden Edizioni). La stessa tesi è confermata pure da un investigatore dell’ONU, John Cencich, intervistato dal canale satellitare History Channel nell’ambito di uno speciale sugli ultimi giorni del Führer.


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