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Monti: con Berlusconi spread a 1.200 Poi lo chiama: mi dispiace, frainteso


ROMA - «Sono dispiaciuto». Alla fine Mario Monti chiama Berlusconi e mette fine (almeno temporaneamente) allo scontroinnescato nella maggioranza dalla frase pronunciata in un'intervista rilasciata il mese scorso al Wall Street Journal e pubblicata oggi sul sito on line.

«Se il precedente governo fosse ancora in carica, ora lo spread italiano sarebbe a 1200 o qualcosa di simile», ha detto il premier al quotidiano Usa. Immediata la replica del Pdl che ha definito l'uscita del Professore una «stupida e inutile provocazione», con il presidente dei senatori Maurizio Gasparri che ha minacciato di staccare la spina all'esecutivo e il segretario Angelino Alfano che ha chiesto «spiegazioni» al presidente del Consiglio.

La telefonata. 
In un colloquio telefonico con Berlusconi, Monti si è detto «dispiaciuto che una banale e astratta estrapolazione di tendenza di valori dello spread contenuta in un colloquio di ampio respiro con il Wsj, sia stata colta come una considerazione di carattere politico, il che non rientrava per nulla nelle sue intenzioni».

L'ira del Pdl. 
Una "tregua" che arriva dopo una raffica di reazioni da parte del Popolo della libertà: «Le parole del premier Mario Monti, sono politicamente insensate e scientificamente inspiegabili per un economista come lui: un'ipotetica della irrealtà che sorregge un giudizio politico irreale. Tutto questo per noi è inaccettabile. Se ci riesce, provi al più presto a spiegarsi», ha detto Alfano.

Gasparri e Cicchitto. 
«In attesa della certa smentita consigliamo al presidente del Consiglio di parlare di meno, visto che ogni giorno escono sue dichiarazioni che poi deve immediatamente correggere», ha detto Gasparri, aggiungendo: «Mentre il Parlamento vota fiducie a raffica sarebbe bene che il suo comportamento fosse più equilibrato e rispettoso. Ci si potrebbe anche stufare prima o poi». E il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto rincara: «Quella di Monti è una provocazione tanto inutile quanto stupida».

Governo battuto. La vendetta del Pdl è arrivata subito dopo le parole del premier. I deputati del partito di Silvio Berlusconi hanno fatto andare sotto il governo su un ordine del giorno del decreto per la spending review che riguarda la sicurezza. «Lo abbiamo fatto apposta - ha spiegato il tesoriere del gruppo Pietro Laffranco - per protesta contro le parole di Monti su Berlusconi. Ha detto una sacrosanta sciocchezza e noi abbiamo voluto lanciare un segnale».

La precisazione di Palazzo Chigi. 
Fonti di Palazzo Chigi precisano che non c'è alcuna intenzione polemica nei confronti del passato esecutivo e che la stima di uno spread a 1200 viene da una proiezione degli effetti della speculazione sul nostro paese se non si fossero dati segni di discontinuità con il passato. È infatti noto - spiegano - che lo spread in sei mesi era salito dai 150 punti base di maggio ai 550 di novembre. Le stesse fonti ricordano che anche per tale motivo si ricorse al governo tecnico, che potesse raccogliere consensi parlamentari tali da poter mettere mano a riforme fondamentali per il paese oltre che per far approvare misure anche impopolari ma non più procrastinabili.

«Spero di cambiare la mentalità degli italiani». «Spero che il mio governo possa aiutare a cambiare la mentalità degli italiani - ha detto inoltre Monti - non sostituendola con quella tedesca, ma ci sono degli aspetti - come la solidarietà spinta a livello di collusione - che sono alla base di comportamenti come l'evasione fiscale».

«Troppa concertazione». Poi Monti è tornato sullo spinoso tema della concertazione: «Ho sempre ritenuto che la concertazione sia stata una pratica utilizzata in modo troppo esteso in passato. E' come il dentifricio: se non lo chiudi, finisce tutto fuori», ha aggiunto.

L'elogio. 
Dopo le critiche scatenate dalla sua intervista a Der Spiegel, il presidente del Consiglio Mario Monti viene elogiato dall'autorevole Wall Street Journal: «Il premier parla duro nel tentativo di salvare l'euro», spiega il quotidiano che dedica due pagine al Professore.

«Credibilità». Il giornale finanziario americano, insomma, torna sulla crisi dell'eruozona e sembra lanciare una sponda a Monti proprio il giorno dopo le polemiche Roma-Berlino: «Monti ha una grande credibilità, in Germania e a livello internazionale e questo fa la differenza», scrive il Wsj citando le parole del segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner secondo il quale «la forza» del Professore «non è solo la sua capacità di riportare fiducia nella politica economica italiana, ma quella di aiutare a portare l'Europa verso istituzioni più forti e una più efficace strategia di crescita».

«Un'anomalia». Ma il premier - ricorda il Wsj - «è un'anomalia in Europa: è un leader non eletto», chiamato a misure impopolari cui i partiti politici si «sono tenuti alla larga». Lui «non ha una sua base se non la sua credibilità personale». Credibilità che il Wsj torna a sottolineare, in più passaggi, citando non solo le azioni finora compiute, sia in politica economica interna (non senza momenti di tensione come nel caso della riforma del lavoro) sia nella gestione della crisi dell'eurozona a livello internazionale. Come dimostrato - ricorda - nella posizione tenuta all'ultimo Consiglio europeo di fine giugno nel quale ha 'spuntato' un primo via libera allo scudo anti-spread.

Il vertice Ue. 
Un vertice, quello di un mese e mezzo fa, in cui «ha dato, a sorpresa, un ultimatum alla cancelliera Angela Merkel» mettendo in luce «un conflitto, anche filosofico, che è al centro dell'eurozona». Ma anche all'ultimo G20 di Los Cabos quando - ricorda il Wsj - l'idea di Monti di un piano anti-spread ha incassato l'appoggio del presidente Usa, Barack Obama, nonostante l'opposizione della cancelliera tedesca. Un presidente, Obama, preoccupato per i venti di crisi che spirano in Europa ma che - sottolinea il giornale - «non poteva spingere i leader europei ad un accordo».

Il nodo Bce. 
Il Wall Street Journal si sofferma poi sul nodo Bce,«la sola che ha la potenza di fuoco necessaria a muovere i mercati». E sui cui punta anche Monti che - secondo il giornale Usa - non ha dubbi sul fatto che l'Eurotower farà tutto il necessario per salvare l'euro: «Sono sicuro che la notte prima della disintegrazione» della moneta unica, la Banca Centrale Europea «farà tutto il necessario per salvarla: la domanda è se è necessario arrivare alla notte prima?», conclude il Wsj citando le parole del premier italiano.
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