Sono stati 850 mila i fedeli presenti alla messa che Benedetto XVI ha presieduto ieri mattina a conclusione del settimo Incontro mondiale delle Famiglie. Il Papa ha esaltato il valore della famiglia, fondandola sull'unione matrimoniale tra un uomo e una donna; ha poi annunciato che devolverà 500 mila euro a favore di coloro che sono stati colpiti dal sisma.
La famiglia è quella "fondata sul matrimonio tra l'uomo e la donna", aperta a una procreazione "generosa e responsabile", e difenderla significa fare il bene di tutta la società. Per proteggerla bisogna anche evitarle gli shock di un'economia selvaggia in cui prevale la "logica unilaterale" del "massimo profitto", che accresce disuguaglianze e degrado sociale, mentre vanno "armonizzati" i tempi del lavoro, della famiglia e della festa, perché solo così si costruisce una "società dal volto umano". E' stata una sorta di "breve trattato pastorale, molto sentito, sui valori della famiglia" - così l'ha definita il portavoce vaticano padre Federico Lombardi - l'omelia di Benedetto XVI davanti a più di un milione di fedeli al Parco di Bresso, nella messa che ha chiuso il settimo Incontro mondiale delle Famiglie. Una messa cui ha assistito anche il premier Mario Monti (che al termine ha brevemente salutato il Pontefice), insieme agli altri ministri Lorenzo Ornaghi, Andrea Riccardi, Renato Balduzzi, altri politici come Umberto Bossi, Rosy Bindi, Maurizio Lupi, le autorità locali Giuliano Pisapia, Roberto Formigoni, Guido Podestà, esponenti del mondo del lavoro come il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. E nella quale il Papa non ha mancato di pronunciare nuove parole di "sostegno" e "accoglienza" verso i fedeli separati, divorziati, risposati. In questo ultimo giorno del meeting mondiale delle famiglie cattoliche, che secondo gli organizzatori ha visto un totale di presenze da 1,5 a due milioni di persone, il Papa, rinfrancato per l'accoglienza ricevuta dopo i giorni vaticani dei 'velenì, ha voluto fare una 'summà di tutti i temi della posizione della Chiesa verso la famiglia, ribadendoli punto per punto contro ogni deriva o tentazione di visioni non conformi. La famiglia non può essere che quella "fondata sul matrimonio tra l'uomo e la donna": "Dio ha creato l'essere umano maschio e femmina, con pari dignità, ma anche con proprie e complementari caratteristiche" perché, ha detto Ratzinger, "i due fossero dono l'uno per l'altro, si valorizzassero reciprocamente e realizzassero una comunità di amore e di vita". Nel matrimonio gli sposi si donano "la vita intera", e il loro amore è "fecondo" - oltre che per loro stessi che fanno il bene l'uno dell'altro - "nella procreazione, generosa e responsabile, dei figli, nella cura premurosa per essi e nell'educazione attenta e sapiente", e anche "per la società perché il vissuto familiare è la prima e insostituibile scuola delle virtù sociali". Queste sono "il rispetto delle persone, la gratuità, la fiducia, la responsabilità, la solidarietà, la cooperazione". I valori positivi della famiglia, per Benedetto XVI, vanno difesi anche dall'attuale prevalenza di "una concezione utilitaristica del lavoro, della produzione e del mercato": "non è la logica unilaterale dell'utile proprio e del massimo profitto quella che può concorrere ad uno sviluppo armonico, al bene della famiglia e ad edificare una società più giusta, perché - ha sottolineato Ratzinger con parole fortemente ammonitrici - porta con sè concorrenza esasperata, forti disuguaglianze, degrado dell'ambiente, corsa ai consumi, disagio nelle famiglie". Anzi, la "mentalità utilitarista" corrode anche i rapporti interpersonali e familiari, riducendoli a "convergenze precarie di interessi individuali e minando la solidità del tessuto sociale". Benedetto XVI è tornato anche sul tema, toccato già nella veglia con le famiglie, dei fedeli divorziati e risposati, la cui "sofferenza" per la "dolorosa rinuncia" ai sacramenti aveva definito ieri "un dono per la Chiesa". A quanti "sono segnati da esperienze dolorose di fallimento e di separazione" oggi ha detto che "il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra fatica", incoraggiandoli "a rimanere uniti alle vostre comunità" e auspicando "che le diocesi realizzino adeguate iniziative di accoglienza e vicinanza". Ma nel cuore del Papa c'è anche il fatto che la società e la politica devono "armonizzare i tempi del lavoro e le esigenze della famiglia, la professione e la maternità, il lavoro e la festa", temi portanti di questa kermesse milanese. "Privilegiate sempre la logica dell'essere rispetto a quella dell'avere - è stato il richiamo del Pontefice -: la prima costruisce, la seconda finisce per distruggere". E anche il cardinale Ennio Antonelli, "ministro" vaticano della famiglia e principale promotore con l'arcivescovo di Milano Angelo Scola di questo settimo Incontro mondiale, ha approfittato del saluto alle autorità presenti per "augurare" loro "di poter trovare, sempre più, modalità concrete di sostegno alle famiglie".