Giornata nera e triste, il 4 giugno. Al lutto nazionale indetto dal Presidente Napolitano, si aggiunge la paura e la pioggia. Alle ore 21.20 di domenica 3 la Padana ha tremato violentemente, una scossa da 5,1 gradi, con epicentro vicino Modena. Nessuna vittima, qualche malore. Ma nelle tendopoli di Mirandola, Cavezzo, lo stesso San Possidonio epicentro del nuovo sisma la corrente è saltata per diversi minuti, diffondendo il panico. Nuovo sciame sismico nella notte, all’una il sismografo ha registrato un altro “salto” da 3,2 gradi. Le scosse non sono finite, nessuno sa dire quando finiranno. Oggi scuole chiuse nelle frazioni colpite, a Bologna invece gli studenti entreranno in classe.
Nella conta dei danni, la protezione civile tira un sospiro di sollievo: tutti i crolli sono rimasti circoscritti alle zone rosse, evacuate, e già pericolanti. Ma a venire giù non sono solo mattoni, sono pezzi di storia e di spirito emiliano. La torre dell’orologio di Novi di Modena è crollata definitivamente dopo aver resistito alle due scosse. Compiva tre secoli proprio quest’anno.
Lutto senza pace. Bandiere a mezz’asta e minuto di silenzio non bastano a rendere omaggio alle 17 vittime del sisma d’Emilia. In Puglia una finta bomba è stata trovata davanti all’istituto superiore Pantanelli, a Ostuni: una “bravata di ragazzi”, secondo la Procura. Se il 2 giugno doveva “stringere il Paese intorno alla bandiera” e il lutto di oggi avrebbe avvicinato l’Italia ai terremotati, qualcosa è andato storto – contro ogni speranza di Napolitano.
Ci si mette anche la pioggia, che oggi colpirà tutto il nord, anche con temporali violenti. La protezione civile sta già rinforzando le tende e preparando nuovi rifugi d’emergenza. Sul fronte economico, il Commissario europeo alla politica regionale Johannes Hahn è poco confortante: “Il danno al territorio è di circa 5 miliardi di euro, in base alle prime stime: noi potremmo sbloccare fondi per circa 150-200 milioni, a cui aggiungere altri 100 milioni dai ministri per lo sviluppo rurale”. Fondi che non bastano, ovviamente. Interverrà anche l’esercito, fanno sapere dal Ministero della Difesa: a livello locale i Comuni potranno disporre dei militari per “reprimere il fenomeno dello sciacallaggio”. Di cui peraltro ancora non si hanno notizie, a differenza di quanto accadde a L’Aquila.