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L'ira di Putin contro Trump: "Attacco in Siria è un'aggressione premeditata". Mosca sospende l'intesa con gli Usa su sicurezza aerea

L'attacco americano in Siria è il più grande scossone alle relazioni internazionali impresso dal presidente Donald Trump dal giorno della sua elezione. Gli effetti si vedono subito, accompagnati dalle immagini che documentano il lancio di 59 missili cruise verso la base aerea siriana da cui si presume sia partito l'attacco con armi chimiche nella provincia di Idlib. Le ripercussioni sulle relazioni con la Russia sono potenzialmente enormi. Lo dimostra la rapidità con cui Mosca ha annunciato la sospensione dell'accordo con gli americani per la prevenzione degli incidenti e la sicurezza nello spazio aereo siriano: se prima russi e americani potevano "convivere" in Siria in nome della comune lotta all'Isis, ora questo non è più sufficiente. Poco importa se Washington ha informato Mosca del raid tramite i canali esistenti, come confermato stamattina dal Cremlino.
Le posizioni si arroccano. Mosca si stringe a Damasco, denunciando "un grave atto di aggressione contro un nostro alleato". L'Europa è compatta al fianco di Trump: Francia e Germania attribuiscono tutta la responsabilità dell'attacco americano al regime siriano, e il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha assicurato che "l'Ue collaborerà con gli Usa per mettere fine alle atrocità in Siria".
Il ministero della Difesa russo, citato dall'agenzia Tass, ha annunciato piani per il rafforzamento delle difese aeree siriane per proteggere le infrastrutture del Paese dopo il raid Usa. "Chiediamo al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di tenere una riunione di emergenza per discutere la situazione attuale", ha fatto sapere il ministero degli Esteri russo. "Questo passo di Washington arreca un danno notevole ai rapporti russo-americani, che si trovano già adesso in uno stato deplorevole", ha dichiarato il portavoce del presidente Vladimir Putin, Dmitri Peskov, commentando l'attacco americano in Siria. "La cosa più importante secondo Putin - ha aggiunto Peskov - è che questo passo non ci avvicina all'obiettivo finale della lotta contro il terrorismo internazionale e crea invece un ostacolo serio alla creazione di una coalizione internazionale per lottare contro di esso in modo efficace".
Secondo Mosca, Trump ha usato le armi chimiche come "un pretesto" per mostrare la sua forza. Gli Stati Uniti avevano preso la decisione di attaccare la Siria già prima della strage con armi chimiche di Idlib, sostiene il ministero degli Esteri russo. "È chiaro a qualsiasi esperto che la decisione di colpire è stata presa da Washington prima degli eventi di Idlib, che sono stati utilizzati semplicemente come scusa per una dimostrazione di forza", ha detto il ministero in un comunicato.
La Russia avanza poi dubbi sull'efficacia dell'operazione militare americana, sottolineando come "solo 23 missili lanciati dai due cacciatorpediniere Ross e Porter della Marina degli Stati Uniti al largo dell'isola di Creta hanno colpito la base dell'aviazione militare siriana in provincia di Homs. Non è chiaro dove siano finiti gli altri 36".
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