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Italiani, popolo di scommettitori: primo mercato in Europa per le scommesse

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Non tutti sono d’accordo sul fatto che si tratti di un primato di cui andare fieri, ma sicuramente la dice lunga sull’atteggiamento e la mentalità di noi Italiani. Il nostro paese infatti è al primo posto in Europa incassi lordi delle agenzie (e quindi raccolta di scommesse): ben 18 miliardi di euro nel 2015.
Si tratta di un valore che ci mette davanti, seppur di poco a un paese come il Regno Unito, fermo a 17,8 miliardi di euro, dove la scommessa è una tradizione secolare e dove il luogo comune vuole che si possa puntare su qualunque cosa (ad esempio, anche il contatto con intelligenze aliene).
Più significativo, per rendere bene quanto si scommetta in Italia, guardare al terzo posto di questa classifica: ci troviamo la Germania, con poco meno di 11 miliardi di euro. Non proprio la metà ma poco ci manca.
Sicuramente, le dimensioni di ciascuno stato influenzano i totali: più interessante dunque guardare al dato pro-capite, specie guardando alle perdite medie per persona. Questo dato rappresenta meglio quanto viene “sperperato” nel gioco d’azzardo. In questa particolare classifica gli Italiani, con 450$ di perdite pro-capite, si posizionano dietro la Finlandia dove la media è di oltre 600$.
Un dato molto interessante è però vedere come gli Italiani spendono soldi in scommesse: a fare la parte del leone le slot machine (che in Italia hanno una diffusione che trova confronto in ben pochi paesi), seguiti dalle lotterie (come superenalotto e simili). I casinò tradizionali e le scommesse hanno una diffusione relativamente limitata, così come il gioco d’azzardo online.  Per assurdo, il gioco online sembra quasi più controllato e monitorato di quello “offline”. Banalmente, anche il fatto che non si possa scommettere su siti non autorizzati ad operare in Italia è un grosso step: ad esempio andando su un sito come InstaCasino si riceve dal sito un messaggio che dice che non possono accettare scommesse dal nostro Paese, mentre in altri casi il sito viene bloccato direttamente dall’AAMS.
Ovviamente, si può obiettare che ci sono modi per aggirare questi blocchi e che comunque ci sono siti illegali che non si preoccupano della legge italiana. È vero, ma questo è vero per le scommesse illegali in generale: se qualcuno è disposto a ricorrere a mezzi illegali pur di scommettere, lo farà in qualunque caso. L’attenzione nel nostro caso è invece per quegli scommettitori che vorrebbero essere invece tutelati.
Da questo punto di vista, le slot machine rappresentano forse il tipo di gioco a maggior rischio, perché probabilmente è quello dove le probabilità di vincita sono meno chiare per il giocatore, e perché la grande diffusione delle slot (1 ogni 143 abitanti, record europeo: per confronto in Germania questa proporzione è 1 a 261) le fa sembrare un qualcosa di molto innocente. E, se l’utilizzo fosse del tutto occasionale, probabilmente potrebbe essere così, il fatto è che però i giocatori di slot machine tendono ad essere sempre gli stessi, e non è raro che finiscano con il giocare in modo compulsivo, aprendo la strada alla ludopatia.
Ma almeno lo stato ci guadagna? Fino ad un certo punto: l’incasso per lo Stato è intorno agli 8 miliardi di euro. Ma a questa cifra bisognerebbe sottrarre i costi (sociali ed effettivi) conseguenti al gioco d’azzardo patologico, che vengono stimati tra i 5 e i 6 miliardi di euro. Soprattutto, molti notano come i soldi spesi in scommesse non si non traducano in un aumento dei beni e servizi prodotti, nè rappresenti un investimento che attiva un aumento dell’occupazione.
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