Oggi gli smartphone sono un oggetto che si dà per scontato, ma non sono passati che pochi anni da quando iniziavano a diffondersi i primi modelli di cellulare, che hanno avuto un’evoluzione tanto incredibile quanto rapida. Molti di noi hanno ancora a casa i vecchi telefoni posseduti, ricordi che vanno a creare una curiosa collezione che ripercorre la storia dei cellulari.
Ma per quanto numerosa sia la collezione di telefoni che avete a casa, sicuramente non regge il confronto con quella del ventiseienne slovacco Stefan Polgari, che vanta ben 3.500 cellulari “storici”. Va detto che molti modelli sono doppi: da questo punto di vista, l’assortimento è composto di 1.231 modelli differenti. Ma le dimensioni della collezione hanno spinto Stefan a creare un vero e proprio museo della storia dei cellulari.
Fin da giovanissimo, Stefan era affascinato da come la tecnologia si sia evoluta negli ultimi vent’anni, specie nel campo dei cellulari. Quando aveva quindici anni, Stefan ha iniziato a raccogliere vecchi telefoni, ma il vero salto di qualità lo ha fatto due anni fa, quando ha comprato una collezione di oltre 1.000 cellulari per poche centinaia di euro. Da lì in poi il numero di telefoni è aumentato continuamente, fino a conquistare il record ufficiale per la collezione di cellulari più grande della Slovacchia, e probabilmente anche tra le più grandi d’Europa, seconda solo alla collezione di un tedesco di nome Carsten Tews che ha conquistato il Guinness dei Primati con 1.563 modelli differenti. Ma la caratteristica della collezione dello slovacco è che include solo telefoni vintage.
Stefan ha recentemente deciso che voleva dare la possibilità anche agli altri di vedere la sua collezione, dato che offre un interessante spaccato della storia dei cellulari, che comprende modelli come i primi Alcatel o il Nokia 5110 (uno dei primi con cover intercambiabili), o il classico Nokia 3310 (il cui successo fu tale che ora è tornato in commercio, se pur modernizzato).
Stefan ha quindi ristrutturato la cantina della sua casa di Dobsina, per creare il “Museo dei Cellulari”, che ora chiunque può visitare su appuntamento.