La scienza spesso conferma il pensiero comune, altre volte lo contraddice. Come nel caso di uno studio effettuato a bordo di una navicella spaziale, che ha mostrato come i cibi salati, contrariamente a quanto è sempre stato detto, non farebbero venire sete, ma fame. I cosmonauti che mangiavano più sale infatti, trattenevano più acqua, e pertanto non avevano particolare sete ma bisogno di più energia.
Per un lungo viaggio spaziale la connessione tra l'assunzione di sale e il bere potrebbe influenzare i calcoli per le scorte.
I ricercatori del Centro Max Delbrück di Berlino e la Vanderbilt University, in Tennessee, hanno approfittato quindi di una missione simulata su Marte per mettere il detto alla prova.
Hanno studiato due gruppi di 10 volontari (il primo esaminato per 105 giorni, il secondo per 205), cui sono state fornite diete uguali ma con diversi livelli di sale nel cibo. Coloro che avevano assunto più sale hanno urinato maggiormente ma questo non li ha portati a bere di più. Hanno anzi bevuto di meno poiché il sale ha innescato un meccanismo per conservare l'acqua. Prima si riteneva che gli ioni di sodio da cui è composto il sale si legassero alle molecole di acqua e la trasportassero nelle urine. I nuovi risultati, pubblicati sul Journal of Clinical Investigation, mostrano invece che il sale viene trasportato nelle urine, mentre l'acqua resta immagazzinata nei reni, provocando minor necessità di bere.
Secondo ricerche svolte sui topi è emerso che ciò potrebbe esser dovuto all'urea, sostanza che contrasta la tendenza delle molecole di acqua ad esser trascinate via dagli ioni di sodio.
Ma la produzione di urea richiede molta energia, il ché spiega perché topi con una dieta con più sale mangiavano di più, così come i cosmonauti con dieta salata lamentava di essere più affamati.