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2 Giugno sotto il segno della sobrietà Napolitano cancella il ricevimento al Quirinale


ROMA - Il 2 giugno prossimo, festa nazionale della Repubblica, il presidente Napolitano rivolgerà in televisione l'abituale messaggio augurale a tutti gli italiani e presenzierà come sempre alla rassegna militare. Ma il tradizionale ricevimento riservato a diplomatici e rappresentanti delle istituzioni non ci sarà. "Per ragioni di sobrietà e di massima attenzione al momento di grave difficoltà che larghe fasce di popolazione attraversano - informa un comunicato del Quirinale - non avrà invece luogo il tradizionale ricevimento del 1° giugno riservato alle autorità istituzionali, a esponenti della società civile e ai capi missione delle rappresentanze diplomatiche in italia".

Nel pomeriggio del 2 giugno saranno invece aperti, come di consueto, ai cittadini i giardini del Quirinale. Nei capoluoghi di provincia, le prefetture renderanno omaggio in termini strettamente istituzionali alla ricorrenza.

La mozione di Sel. Per i deputati di Sel il segnale di sobrietà dato dal capo dello Stato va seguito fino in fondo. In 23 hanno presentato una mozione parlamentare con la quale si chiede l'annullamento della parata militare e la destinazione delle risorse risparmiate alle misure contro la crisi e per il lavoro. "Apprezziamo il gesto del presidente Napolitano - scrivono gli onorevoli di Sinistra ecologia e liberà - ma proprio per questo ci appare assurdo spendere milioni di euro per far sfilare carri armati e altri mezzi militari quando il paese
attraversa una crisi così grave e non ci sono risorse nemmeno per assicurare i servizi fondamentali ai cittadini. Meglio sarebbe destinare queste risorse agli ammortizzatori sociali, per gli asili nido o ai servizi per gli anziani non autosufficienti".

"E' possibile festeggiare in un altro modo la festa della Repubblica - spiegano due dei firmatari Claudio Fava e Giulio Marcon- quel giorno molti deputati di sinistra ecologia libertà andranno a visitare i progetti che vedono impegnati i ragazzi e le ragazze in servizio civile che con questo impegno forniscono un importante aiuto ai bisogni sociali del paese", concludono.

Il futuro del presidente. E intanto Pasquale Cascella, fino ad una settimana fa portavoce del Quirinale, non ha dubbi sul futuro del presidente: "Napolitano non resterà sette anni, no. Il tempo di vedere le riforme avviate e poi lascerà. Tre anni? Speriamo molto prima", rivela a "La Zanzara" su Radio 24, prendendosi una pausa nella campagna elettorale che lo vede correre per la carica di sindaco di Barletta. Inoltre "non ha mai pensato ad essere rieletto altrimenti io non mi sarei candidato sindaco a Barletta".

"Quello di Napolitano - dice  Cascella - è stato un rinnovo funzionale, si è dato una missione e una funzione. Il tempo per fare uscire il paese da una transizione che rischiava di essere infinita, avviando riforme serie che sono una palla al piede dello sviluppo e della crescita. Comunque fisicamente sta bene, lo si vede, le apparizioni pubbliche non mancano"
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