E’ una triste, tristissima storia quella di Amy Woodward Davis, una signora di Kansas City che oggi ha 41 anni , e che, a poche ore dalla nascita, la mamma gettò in in cassonetto a cui poi diede fuoco.
Siamo negli anni ’70 quando la mamma, all’epoca una adolescente di 16 anni, partorisce da sola nel bagno di casa. Nessuno si era accorto che la ragazza fosse incinta quindi nessuno sa che Amy sarebbe dovuta nascere. Dopo il parto la ragazza prende quel fagottino, si avvicina al cassonetto, lo apre, ci getta dentro la neonata e poi, gli dà fuoco. E’ il nonno della bimba ad accorrere pensando che la figlia stesse bruciando un gatto. Sentiva i lamenti. Spegne il fuoco, apre il cassonetto e fa la terribile scoperta: Non è un gatto, è una bambina. Amy riporterà ustioni di terzo grado sul 70% del piccolo corpicino.
Amy è stata sottoposta a circa 200 interventi chirurgici. Adottata da un tecnico dell’ospedale in cui fu ricoverata ebbe una famiglia che la voleva. Il padre biologico non sapeva neanche della sua esistenza, lo scoprì in seguito ad una telefonata che Amy gli fece quando aveva 35 anni. Voleva un contatto con chi ha tentato di ucciderla, voleva capire e dopo altri 6 anni, nel maggio scorso, ha deciso di recarsi nella casa dove la mamma naturale aveva cercato di ucciderla: «Ora sono in pace con me stessa. Arriva un momento nella tua vita in cui devi liberare la tua mente e andare a vedere la verità. Ed è per questo che io ho deciso di vedere»
Siamo negli anni ’70 quando la mamma, all’epoca una adolescente di 16 anni, partorisce da sola nel bagno di casa. Nessuno si era accorto che la ragazza fosse incinta quindi nessuno sa che Amy sarebbe dovuta nascere. Dopo il parto la ragazza prende quel fagottino, si avvicina al cassonetto, lo apre, ci getta dentro la neonata e poi, gli dà fuoco. E’ il nonno della bimba ad accorrere pensando che la figlia stesse bruciando un gatto. Sentiva i lamenti. Spegne il fuoco, apre il cassonetto e fa la terribile scoperta: Non è un gatto, è una bambina. Amy riporterà ustioni di terzo grado sul 70% del piccolo corpicino.
Amy è stata sottoposta a circa 200 interventi chirurgici. Adottata da un tecnico dell’ospedale in cui fu ricoverata ebbe una famiglia che la voleva. Il padre biologico non sapeva neanche della sua esistenza, lo scoprì in seguito ad una telefonata che Amy gli fece quando aveva 35 anni. Voleva un contatto con chi ha tentato di ucciderla, voleva capire e dopo altri 6 anni, nel maggio scorso, ha deciso di recarsi nella casa dove la mamma naturale aveva cercato di ucciderla: «Ora sono in pace con me stessa. Arriva un momento nella tua vita in cui devi liberare la tua mente e andare a vedere la verità. Ed è per questo che io ho deciso di vedere»
Nessuna domanda e nessuna risposta, per Amy solo il giro turistico della casa eccezion fatta per il bagno in cui nacque.