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L'America di Romney dura con l'aborto, meno con i gay


Mitt RomneyPer quanto riguarda i matrimoni gay, il documento Gop ribadira' il sostegno al "matrimonio tradizionale", tra un uomo e una donna, ma nell'anno della svolta del presidente Obama alle nozze gay, non mancano anche all'interno del partito repubblicano delle spinte all'apertura su questo fronte. Non solo tra i sostenitori del Log Cabin, l'associazione che riunione i gay repubblicani, ma anche tra quelli del candidato libertarian Ron Paul e' diffusa l'idea che il governo non dovrebbe preoccuparsi di regolare i comportamenti privati.
Ed e' forse segno di quest'aria nuova, il fatto che nella piattaforma non si chiedera' la rientroduzione del divieto ai gay dichiarati nell'esercito, il famigerato don't ask, dont' tell abolito da Obama. Ma solo una condanna dell'uso "delle forze armate come laboratorio di esperimenti sociali". Linea assolutamente dura, invece, sulla questione dell'aborto, tema quanto mai caldo in questi giorni dopo la vicenda delle dichiarazioni di Todd Akin, il deputato del Missouri che per negare il diritto all'aborto anche alle donne violentate ha affermato che difficilmente una donna stuprata rimane incinta.
Per il terzo anno consecutivo nella piattaforma si sostiene il "Human life emendament", l'emendamento che darebbe diritti costituzionali anche ai feti. E di fatto quindi vieterebbe l'aborto negli Usa in tutti i casi, stupro compreso.
Anche su questo fronte Romney cammina sui cocci di bottiglia: da una parte infatti non puo' permettersi di perdere il sostegno dei duri e puri anti-abortisti del partito, ma neanche vuole troppo scontentare una fetta di elettorato che sara' decisivo a novembre, le donne.
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