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La campagna elettorale di Roma la fanno le bestie


La campagna elettorale di Roma la fanno le bestieEmpy Monti ha fatto scuola. Da quando l’ex presidente del Consiglio si è fatto mettere un cucciolo tra le braccia in piena campagna elettorale ora tutti sembrano aver scoperto il potere delle quattro zampe nello spostare i voti degli elettori. Ne sa qualcosa Ignazio Marino, candidato del Pd per la poltrona di sindaco della capitale, incastrato dal suo “oscuro passato” di vivisettore. Marino è stato intercettato questa mattina a Campo De’ Fiori da un gruppo di animalisti che, a torso nudo, portavano le scritte “No a Marino No alla vivisezione degli animali”. La protesta è stata tanto furibonda da costringere il candidato al Campidoglio ad abbandonare la piazza.
ignazio marino proteste roma 1
IL CERTOSINO DI ALEMANNO - Ed è qui che l’avversario Gianni Alemanno ne approfitta, pubblicando a social unificati una bella foto di se stesso abbracciato al suo gatto certosino (un po’ meno sorridente) corredata da un gran messaggio di pace e amore che dipinge Roma come il paradiso degli animali.
alemanno gatto ignazio marino proteste
ROMA, PARADISO DEGLI ANIMALI - “Roma negli ultimi 5 anni si è confermata città sensibile verso gli animali, capace di ascoltare tutti i rappresentanti delle associazioni animaliste presenti sul territorio – scrive su Facebook il sindaco uscente –  La mia idea è quella di una città a misura degli animali. Tra i miei impegni, anche quello di patrocinare e favorire il più possibile ricerche e studi su efficaci metodi alternativi alla sperimentazione animale nel settore farmaceutico. Con la vostra fiducia continuerò a farlo!”
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“SIAMO TUTTI ANIMALI” - E la discussione continua su Twitter, con due diversi protagonisti:Francesco Storace e Anna Paola Concia. Il primo scrive: “Ignazio Marino e’ l’unico animale che non teme la vivisezione. Le canne fanno bene e pure i matrimoni gay. Costui dovrebbe governare Roma?”. La Concia risponde intimando a Storace di cancellare il tweet, perché “gli hai dato dell’animale, porca miseria”, al che Storace da un calcio allo specismo e ammette che “Siamo tutti esseri animali”. La discussione monta a più voci e la Concia finisce per dare del “porco” al terzo incomodo. Sempre animale è
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