Intervista esclusiva alla trasmissione di Rete4. Dopo due anni rompe il silenzio: "Mia mamma e Sabrina sono innocenti"
00:06 - E dopo la condanna all'ergastolo inflitta alla madre Cosima Serrano e la sorella Sabrina, Valentina Misseri rompe il silenzio durato due anni e in eslusiva ai microfoni di Quarto Grado accusa il padre: "E' lui il vero assassino di Sarah". Nell'intervista andata in onda su Rete 4 la ragazza dice di sentirsi in imbarazzo di provare vergogna: "Non per mamma o Sabrina ma per il cognome che porto con me".
"Mi vergogno del mio cognome perché mio padre ha ucciso una ragazzina ma non mi vergogno di essere la figlia di Cosima Serrano e la sorella di Sabrina Misseri". Parole dure quelle di Valentina nei confronti del genitore anche se alla fine le telecamere di Quarto Grado l'hanno solo inquadrata di spalle: "Perche' la gente è cattiva - ha detto - e da questa storia drammatica ha avuto solo problemi".
Valentina torna poi a parlare della sentenza emessa dal tribunale di Taranto. "Una sentenza dura che - secondo Valentina - copre la debolezza dell'impianto accusatorio. Non era una cattiva idea la richiesta di remissione del processo". Se l'aspettava Valentina una sentenza dura, si aspettava l'ergastolo ma "solo per mia sorella. E poi gli applausi in aula mi hanno dato ancora più fastidio, c'era anche una testimone che applaudiva e quella situazione mi ha fatto rivivere l'arresto di mia madre".
Valentina è convinta che non c'è giustizia per Sarah perché "loro non vogliono giustizia per Sarah ma per se stessi e ormai sono convinti della colpevolezza di mia madre e mia sorella". Quello di cui Valentina Misseri è convinta è una cosa sola: ad uccidere la piccola Sarah è stato il padre, Michele.
Nel pomeriggio l'autoaccusa di Michele - "Sono stato io a uccidere Sarah. Devo continuare a battermi per Cosima e Sabrina. Fosse per me mi ammazzerei. Nei miei sonni pieni di incubi ho un solo sogno, vedere mia moglie e mia figlia libere. Io non merito di essere libero, non voglio essere un uomo libero, ma pagare per quello che ho fatto", queste le parole di Michele Misseri ai microfoni di Domenica Live su Canale 5. "Io sono convinto che alla fine mi crederanno - continua Misseri -, perché è la verità. Io sono stato indotto ad accusare mia figlia". Alla domanda su che cosa provi ora che la sentenza è stata pronunciata, l'uomo replica: "E' più il rimorso che la rabbia. Io avevo sperato, adesso è peggio. Quando andavo in aula parlavo con qualche avvocato, mi distraevo, adesso sono solo".
Valentina torna poi a parlare della sentenza emessa dal tribunale di Taranto. "Una sentenza dura che - secondo Valentina - copre la debolezza dell'impianto accusatorio. Non era una cattiva idea la richiesta di remissione del processo". Se l'aspettava Valentina una sentenza dura, si aspettava l'ergastolo ma "solo per mia sorella. E poi gli applausi in aula mi hanno dato ancora più fastidio, c'era anche una testimone che applaudiva e quella situazione mi ha fatto rivivere l'arresto di mia madre".
Valentina è convinta che non c'è giustizia per Sarah perché "loro non vogliono giustizia per Sarah ma per se stessi e ormai sono convinti della colpevolezza di mia madre e mia sorella". Quello di cui Valentina Misseri è convinta è una cosa sola: ad uccidere la piccola Sarah è stato il padre, Michele.
Nel pomeriggio l'autoaccusa di Michele - "Sono stato io a uccidere Sarah. Devo continuare a battermi per Cosima e Sabrina. Fosse per me mi ammazzerei. Nei miei sonni pieni di incubi ho un solo sogno, vedere mia moglie e mia figlia libere. Io non merito di essere libero, non voglio essere un uomo libero, ma pagare per quello che ho fatto", queste le parole di Michele Misseri ai microfoni di Domenica Live su Canale 5. "Io sono convinto che alla fine mi crederanno - continua Misseri -, perché è la verità. Io sono stato indotto ad accusare mia figlia". Alla domanda su che cosa provi ora che la sentenza è stata pronunciata, l'uomo replica: "E' più il rimorso che la rabbia. Io avevo sperato, adesso è peggio. Quando andavo in aula parlavo con qualche avvocato, mi distraevo, adesso sono solo".