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Siria, strage in moschea: 40 giustiziati


FOTO AP/LAPRESSE
20:09 - Ennesimo episodio di un massacro infinito. I corpi di una quarantina di persone, giustiziate con colpi di arma da fuoco alla testa, sono stati rinvenuti nei pressi di Damasco. A riferirlo sono i Comitati di coordinamento locali, precisando che i corpi sono stati trovati nei sotterranei della moschea Omar di Muaddamiya, un sobborgo a sud-ovest della capitale.
Reporter uccisiÈ stata uccisa ieri da uno sparo di arma da fuoco ad Aleppo la giornalista giapponese Mika Yamamoto. Lo precisa il ministero degli Esteri di Tokyo, tramite il portavoce Masaru Sato, dopo aver dato la notizia della morte. La reporter 45enne è stata colpita mentre viaggiava con un collega al seguito dell'Esercito libero siriano, impegnato nelle rivolte per destituire il presidente Bashar Al Assad.La tv Al Jazeera fa sapere che anche un giornalista turco, da ieri disperso ad Aleppo, di cui non si conoscono però le generalità, è stato ucciso nella stessa circostanza.
Kazutaka Sato, collega di viaggio e di testata di Yamamoto, testimone oculare della tragedia, ha raccontato di essere stati attaccati da soldati governativi: "Abbiamo visto un gruppo di persone in tuta mimetica correre verso di noi e sembravano soldati governativi. Hanno sparato a caso a soli 20-30 metri di distanza o anche da più vicino" ha detto Sato.

Yamamoto e Sato erano colleghi della Japan Press, agenzia di stampa multimediale specializzata in documentari e reportage per Tv e magazine, con profonda conoscenza di Medio Oriente e Asia sud-occidentale. Le corrispondenze dall'Iraq, dove nel 2003 scampò a Baghdad all'attacco di un tank americano all'Hotel Palestine, valsero a Yamamoto il Vaughn-Ueda, riconoscimento promosso dagli editori giapponesi sul modello del Pulitzer Usa.
Giornalisti dispersi
Due giornalisti stranieri sono stati catturati dalle forze governative ad Aleppo, tra cui un giornalista dell'emittente statunitense in lingua araba Al Hurra. Lo ha riferito un combattente ribelle, capitano Ahmed Ghazali, in un video pubblicato in rete.

Una nota della tv Al Hurra fa sapere che la notizia del sequestro si riferisce al corrispondente Bashar Fahmi e al cameraman Cuneyt Unal. La testata precisa di non riuscire a contattarli da quando sono entrati in Siria ieri mattina. "Stiamo tentando di raccogliere maggiori informazioni sulla loro situazione. La sicurezza dei nostri giornalisti è la nostra principale preoccupazione".
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