CENTINAIA DI CHIAMATE AL 115 - La scossa ha provocato allarme, ma nessun danno. Lo riferisce la Protezione civile del Friuli Venezia Giulia. La località più vicina all’epicentro risulta quella di Claut (in provincia di Pordenone). Centinaia di chiamate sono giunte al 115 anche a Pordenone e Vittorio Veneto dove, almeno per il momento, non si registrano segnalazioni di danni.
NESSUN COLLEGAMENTO - «I terremoti in Emilia e nelle Prealpi Venere non sono in stretta relazione fra loro, anche se rispondono alla stessa dinamica generale», osserva la sismologa Lucia Margheriti, dalla sala sismica dell'Ingv. La dinamica generale riguarda il movimento della placca Adriatica, che costituisce la punta più settentrionale della placca Africana, allungata come una sorta di lingua che comprende la costa orientale dell'Italia e l'Adriatico. In questo movimento generale la placca Africana «spinge verso Nord, contro la placca Eurasiatica, e in questo movimento la placca Adriatica scende sotto le Alpi». Come i sismi di maggio in Emilia, anche questo terremoto è quindi di tipo compressivo. Vale a dire che l'energia accumulata costringe una delle due placche (in questo caso quella Africana) a piegarsi, inclinandosi verso il basso, e ad infilarsi sotto la placca Eurasiatica. Questo movimento generale può generare terremoti che fra loro sono indipendenti a causa della grande complessità della struttura geologica dell'area. Per questo motivo, spiega la sismologa, tra i terremoti che avvengono in questa zona «non c'è un legame di causa-effetto». L'area delle Prealpi Venete era tranquilla da un periodo non lunghissimo. L'ultimo terremoto avvenuto nel bellunese risale infatti all'ottobre 1936 ed era stato un sisma di magnitudo 5,9 avvenuto fra Treviso, Belluno e Pordenone.