Il Decreto Legge n.59 riforma la Protezione Civile e Adolfo Bertani, presidente Cineas, sostiene che in questo modo il cittadino avrà la piena responsabilità nel tutelare i propri beni e il territorio. I cittadini hanno facoltà - "in via transitoria e a fini sperimentali" - di estendere "ai rischi derivanti da calamità naturali, tutte le polizze assicurative contro qualsiasi tipo di danno a fabbricati di proprietà di privati", provvedimento utile a "garantire adeguati, tempestivi ed uniformi livelli di soddisfacimento delle esigenze di riparazione o ricostruzione di beni immobili privati destinati ad uso abitativo, danneggiati o distrutti da calamità naturali".
Entro 90 giorni dal 17 maggio, giorno in cui è entrato in vigore, dovranno essere stabiliti, mediante un regolamento, "modalità e termini" per l'avvio del nuovo regime assicurativo, sulla base di criteri presenti nello stesso decreto, uno fra i quali è "l'esclusione, anche parziale, dell'intervento statale per i danni subiti da fabbricati" e "incentivazioni di natura fiscale" per chi si assicura. Lo Stato - si intende facilmente - non riesce più a sostener i costi di tutti gli accidenti. Quindi la "durata dello Stato d'emergenza, cioè il periodo in cui è lo Stato a farsi carico di tutte le spese, può essere di 60 giorni con un'unica proroga di altri 40. Una decisione presa per evitare che, come è accaduto decine di volte nel passato, gli stati d'emergenza durino anni".
Una critica che viene mossa al Decreto del 15 maggio 2012 è di grave irresponsabilità verso i cittadini: abusivismo e pochissima prevenzione consegnano una Italia in condizioni preoccupanti e le calamità naturali - si sa - dipendono in buona misura dalla gestioni del territorio. Inoltre l'assicurazione su base 'volontaria’ crea una disparità tra coloro che vivono in aree sismiche, per esempio, e coloro che risiedono in zone non a rischio. E le compagnie assicurative stipuleranno polizze in zone sismiche? E se sì, a quali cifre?