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Brindisi, la Sacra Corona Unita allo scoperto Il boss: "Anche noi cerchiamo gli attentatori"


Raffaele Brandi, ritenuto uno dei capi più rappresentativi della frangia brindisina della Scu, parla col caposcorta del pm Milto de Nozza

FOTO LAPRESSE
09:12 - Raffaele Brandi, ritenuto uno dei capi più rappresentativi della frangia brindisina della Sacra Corona Unita, ha avvicinato il caposcorta del pm Milto de Nozza e gli ha comunicato non solo che la Scu non c'entra ma che si muove in parallelo alla giustizia. "Dite al procuratore che se li prendiamo noi gli attentatori, ce li mangiamo vivi, è questo il messaggio" sono le sue parole. Intanto le studentesse: "Notato l'uomo davanti a scuola, ci fissava".
La mafia pugliese, insomma, secondo quanto riferito dal "Corriere della Sera", si è fatta viva, rispondendo in pratica al procuratore Motta, massimo esperto di questo fenomeno criminale nella regione, che all'inizio delle indagini si era augurato che qualcuno della Sacra Corona Unita collaborasse in qualche modo alle indagini.

Le studentesse: "L'uomo davanti a scuola ci fissava"
Intanto, sul fronte dell'inchiesta, quello che inizialmente era apparso come il sospettato numero uno fermato nel giorno dei funerali della sedicenne Melissa Bassi, vittima dell'attentato, è stato rilasciato assieme al fratello. Non sono bastati l'età, compresa tra i 50 e i sessant’anni, le competenze elettrotecniche, la menomazione al braccio destro e una somiglianza con l'uomo del video ripreso dal chiosco davanti a scuola che ha fatto detonare le bombole a gas. Non ci sono sufficienti prove per sospettare un suo coinvolgimento. In molti, comunque, sostengono di aver visto un uomo con una fisionomia simile 7-10 giorni prima dell'attentato fermarsi diverse volte davanti all'Istituto Francesca Morvillo Falcone senza fare niente, a volte anche con il computer. Dall'ospedale dove sono ancora ricoverate, due delle ragazze ferite alle quali è stato mostrato l'identikit hanno riconosciuto quella persona hanno detto: "Quell’uomo guardava proprio noi, lo ha fatto per giorni interi". L'uomo, secondo quanto riferito dalle ragazze, fissava con insistenza la scuola. Una presenza costante per qualche tempo, che quando incrociava lo sguardo con qualche ragazza, abbassava gli occhi. Le studentesse lo chiamavano "il maniaco".
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