Sono giornate difficili quelle che la popolazione dell’Emilia Romagna sta vivendo in questa settimana, dopo la seconda fortissima scossa di lunedì alle 9.03, sembra che la vita di molte persone sia stata segnata irrimediabilmente. Gli sfollati non vogliono tornare nelle case per paura di un’altra replica di forte entità, non esclusa da parte degli esperti, così i campi della Protezione Civile crescono e si moltiplicano. La situazione post terremoto è gravissima ci sono paesi interamente distrutti, a causa soprattutto delle fessure che sono apparse nel terreno, causate dalla pressione delle faglie su falde acquifere sotterranee che hanno portato in superficie fango e sabbia, facendo letteralmente esplodere le fondamenta di abitazioni e capannoni.
La scossa di questa notte di 3.5 gradi della scala Richter che ha fatto “ballare” tutto il modenese, è l’ennesimo campanello di allarme di una situazione sempre più critica. L’ultimo grande terremoto registrato dalle cronache dell’epoca nella zona del ferrarese, sembra abbia fatto registrare repliche fino a due anni di distanza. E a sentire i sismologi e gli esperti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, l’energia “racchiusa” nelle due faglie è talmente alta che il numero di repliche, anche in questo caso sarà davvero esteso nel tempo. Basti pensare che dalla prima scossa sono state registrate altre 2.000 scosse tutte tra i 2.5 e i 5 gradi della scala Richter, un continuo tremore che distrugge l’animo oltre che edifici e strutture.
Ma il terremoto non lascia dormire sonni tranquilli anche alla Calabria. Infatti, negli ultimi giorni le scosse sia sul Pollino (punto d’inizio della zona degli Appennini che termina proprio in Emilia a Mirandola) che nel resto della regione sono sempre più frequenti. E con esse cresce la paura di un imminente terremoto catastrofico, annunciato per di più da alcuni pseudo-esperti che avvalendosi di studi, che i sismologi ufficiali dicono essere privi di ogni fondamento, garantiscono una forte scossa nei prossimi giorni tra la Calabria e la Sicilia, una replica forse del terremoto di inizio ’900 che distrusse Messina e Reggio Calabria.
Se aggiungiamo a questo la lettera scritta dal Sindaco di Cosenza, Architetto Occhiuto, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per chiedere fondi extra da investire nella messa in sicurezza del centro storico e del territorio, del capoluogo di una delle province più estese d’Italia. Il quadro di paura e allarme sembra essere completo e tagliare trasversalmente tutta l’Italia da nord a sud. Ma come molti esperti sottolineano non bisogna avere paura del terremoto in sé, pur essendo una delle paure umane ancestrali, bensì bisogna avere paura se si è costruito male in zone come quelle della Calabria storicamente considerate ad alto rischio